RITROVARSI

Al mare arrivò intricata.

Poco prima si era data uno sguardo nello specchietto retrovisore della sua gypsy car e si era vista

normal-borghese, più da utilitaria griffata che da macchina furgonata con l’adesivo “Da vicino nessuno è normale” di Radio Popolare.

Questo riflesso di sé le dava proprio fastidio, e si sentiva stretta: come i jeans che si ostinava a

conservare perché prima o poi le sarebbero rientrati.

“Sono specchietti retrovisori, mica miracolosi congegni della macchina del tempo!”

E mentre lo pensava ridacchiava a bocca storta, con un angolo sollevato verso lo zigomo del godimento e l’altro calato verso il mento del disgusto, al pensiero delle rughe che questa sua caratteristica espressione le avrebbe risaltato.

Arrivata al suo cospetto, lo guardò negli occhi dell’orizzonte.

Al volo, posò il suo filosofare sui pensieri di mezza età sulle ali di uno stridulo gabbiano e poi si sciolse i capelli.

Al mare piaceva così.

Quella danza di fili argentati e ciocche color rosso-castano dell’Oreal si armonizzava

proprio bene al ritmo delle sue onde spumate e viscide che, rientrando, lasciavano scure tracce di petrolio. Inutile testimonianza di recenti eco-disastri di qualche miglio più in là.

“Ancora qui?”

Sussurrò il mare, sciabordando di mal trattenuta tenerezza.

“Ancora sì! ma stavolta trattienilo il tuo sarcasmo da putrida pozza di palude. Lo so da me che guardarsi dentro è doloroso come ingoiare una manciata di spilli. Tu sei profondo e io superficiale, bla bla bla!”.

“Ma ti ricordi che bel pesciolino che ero quando ci siamo conosciuti? Squame raggianti, pinne allenate anche alle correnti più avverse, guizzi e inabissamenti in una continua alternanza di gratitudine e scoperta, la protezione dei banchi e l’avventura in solitaria ricognizione”.

“Ho ancora bisogno che mi racconti la nostra storia, sii paziente. E di come ho fatto a dimenticarmi di far parte di questo profondo e immenso mare…”. 

Uno Scritto di Antonella Fiacchi da un Corso di scrittura online di colorivivacimagazine

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